
14/05/2025
Al liceo Einstein di Torino le parole di Roberto Vecchioni sono ancora più forti. Il cantante, ma anche professore, ieri è stato accolto in via Pacini da un’aula magna strapiena di ragazzi, docenti, genitori e dirigenti. L’occasione era la presentazione del libro “Nel vostro nome”, scritto da tre classi terze sulla vita e il destino di venti donne ebree torinesi, arrestate e in parte deportate ad Auschwitz. Storie dimenticate da tempo, che i ragazzi hanno riportato in vita cercandone le tracce negli archivi della città. Il progetto, raccolto nel bando Siae “Nuovi testimoni, cittadini attivi”, prevedeva un viaggio con il Treno della Memoria e una restituzione in forma scritta. Il professore Vecchioni, allertato da un genitore, se n’è innamorato. Maglione, occhiali arancioni e una cartella nera in mano: le vesti di cantante restano fuori dalla porta. «Sono 55 anni che entro nelle classi. E ogni volta ho un colpo al cuore. Vedo i ragazzi e mi dico: se il mondo fosse come vogliono loro, di certo sarebbe un posto migliore. Qui avete fatto una gran bella cosa».
L’articolo integrale di Chiara Comai è su La Stampa - Torino